Oh North, the White North

Oh North, the White North

mercoledì 23 luglio 2008

New York City (parte seconda) - ovvero: incontinenti si nasce...

...nella scorsa puntata avete visto come tre giovani provetti (o poveretti...) esploratori, grazie alla loro caparbietà e al loro eccellente senso dell'orientamento, si siano districati in una città a loro sconosciuta, deducendo tramite metodo cartesiano sia la direzione del mare, che la nazione appartenente, salvando fra l'altro un noto budello locale da morte certa per affogamento, e conquistando un ponte particolarmente strategico per il commercio e smercio delle famose magliettine "I love NY" (ponte infine rivelatosi sbagliato...).
Nella presente puntata andremo invece ad investigare la loro vita mondana fra cene esotiche, biblioteche grondanti cultura, giri in limousines di lusso, partite di baseball e...qualcos'altro.
...
Al termine di una mezza giornata al museo Metropolitano (facciamo come i cagacazzi francesi, traduciamo tutto in italiano!!!) Vasco e Toty'ano si spostano agilmente con la metro (l'unica volta in cui riescono a prendere il treno giusto sulla linea giusta che ferma nelle stazioni giuste!) per ricongiungersi con Amerìga, intenta a fare uno spicinio nei negozi sulla fift èveniu. l'incontro avviene al Rockefeller Center, in cui Vasco grida ancora una volta alla vittoria...AMERICAAA!!!


La tappa successiva è alla biblioteca comunale, Amerìga deve fare una tesina per scuola sul mistero dei bottinelli fumanti di Manhattan.

Dopo la biblioteca, un bel giro in limousine fra champagne, cosce di ciccia giovane, droghe varie leggere e pesanti, maxischermo 69 pollici con proiezioni continue di film di W. Allen ambientati a Manhattan, fragole con la panna, caviale, salmone e giro panoramico in Times Square.





Per concludere, un giretto a Central Park, dove abbiamo conosciuto uno degli ex frikkettoni di "Hair", divenuto ormai un obeso giocatore di baseball amatoriale in pensione.

Lo so lo so... Zufo obietterà immediatamente che non c'è la pallina in movimento, quindi bella l'idea della foto ma non è riuscita...nella foto successiva la pallina in movimento c'era, ma era tutto in movimento...anche il ciccione...quindi ve la risparmiamo.

"Scorcio della City vista da Central Park"
...
Infine, dopo una tipica cena "amerigana" con hamburger da 14 oz., patate fritte, insalata, cipolla, cetrioli e altre cose inutili messe nel piatto a caso, il tutto consumato in un locale che pareva uscito direttamente da "Happy Days" con tavoli colorati lucidissimi e rifiniture metalliche agli spigoli, finalmente arriva il meritato riposo dei guerrieri.
"...l'immagine all'inizio è molto confusa e soffusa, ma pian piano la messa a fuoco migliora e si riescono a scorgere due figure maschili, che corrono in un prato, il tutto circondato da un fitto bosco di aceri ed un acuto odore di sciroppo di acero. I due figuri corrono spensierati giocando a rinchiapparello, ridendo forsennatamente come due persone insane di mente e con addosso dei vestiti molto colorati, con su disegnate spirali psichedeliche, dragoni cavalcati da amazzoni nude e con dei medaglioni dorati appesi al collo raffiguranti una falce ed un martello grandi come delle fette di mortadella al pistacchio, tipo portuali livornesi.
L'inquadratura si avvicina lentamente fino a scorgere il volto dei due spensierati ragazzi, ed allora tutto risulta chiaro ed evidente. Paul Mc Cartney sta rincorrendo Igor Protti con la sua tipica corsa "beat" per farsi fare un autografo dal noto campione "10 e lode". Igor, per sfuggire all'invadente tifoso, si rifugia in un meandro del bosco correndo con passo svelto e leggiadro come dopo aver segnato il gol che assicurò la serie B al Livorno, contro il Treviso. Ma quel mattacchione di Paul non si da per vinto, e lo segue fin nel profondo della foresta. Si sente un rumore di una cascata, e finalmente Paul giunge in prossimità del corso d'acqua e scorge Igor intento a farsi il bagno in uno specchio d'acqua a dir poco idilliaco. E' completamente nudo e vulnerabile, Paul si denuda anch'esso e si avvicina, richiamando la sua attenzione...ma ecco che quando l'altro si volta, il suo volto come per magia malefica si è trasformato in quello di Wamba, biondo con capelli lunghissimi che risplendono e si asciugano al sole. Allora Paul se rende conto di non essere Paul, ma solo il suo più sfegatato fan, ovvero Toty. Mentre i due si guardano increduli l'un l'altro, sotto la cascatella, con un intenso raggio di sole che li scalda e ne valorizza le forme armoniose, Toty sente crescere il rumore della cascatella, e divenire sempre più reale...sempre di più...e infine si risveglia..."
Camera di ostello nell'upper west side, Toty dorme nel letto di sotto di un letto a castello, schiude gli occhi quel tanto che basta per vedere un pene proprio accanto a lui, intento ad urinare nell'angolo della camera a fianco del suo letto. Il pene appartiene evidentemente ad un losco figuro. Nel letto di sopra Vasco dorme. Toty nel suo delirio assonnato pensa che il lurido piscione sia proprio l'amico Vasco, alchè lo richiama alla realtà tentando di fargli capire che non si trova in una toilet pubblica: "oh, Claudio!"
"Eh, Antonio!"
Macchè, la risposta giunge dal letto di sopra, il pisciatore è un altro. Toty non riesce a far altro che attendere la fine della pisciata, mentre Vasco (a sua volta pensando che fosse Toty a insozzare la bella moquette dell'ostello) molla uno storcione sul groppone del piscione.
"oh, sorry"
La risposta è quanto meno surreale. Scusa di cosa? Scusa se ti sto pisciando accanto al letto??? Terminata la pisciata esce dalla stanza. Toty lentamente si alza dal letto e guarda in faccia l'amico Vasco per circa 33 secondi senza avere il coraggio di dire niente. Poi fa il giro del letto verso l'angolo incriminato, e si avvede della busta che la notte prima ha lasciato proprio a fianco del letto, con dentro spazzolino, dentifricio, libro di Ken Follet (ma comunque uno dei peggiori), e sopra la busta...fuori da essa...il cellulare Nokia usato come sveglia la mattina!
ORRORE
Il piscione m'ha pisciato sul mio bel cellulare nuovo.
toty comincia ad essere lievemente contrariato, pur lottando ancora contro il sonno.
Con la punta delle dita prende il Nokia e si avvia in bagno per lavarlo. Fuori della stanza c'è il piscione in corridoio, evidentemente ubriaco.
Ne nasce un dialogo che definire surreale sarebbe riduttivo.
"Hai pisciato sul mio telefono"
"ma chi, io? No ti sbagli"
"No no, riconosco i tuoi pantaloncini, eri proprio te"
"No che non ero io, vedi io sto in questa camera" dice il piscione, entrando nella stanza di fronte seguendo un tipo che aveva appena aperto la porta con l'apposita carta. Toty non fa in tempo a seguirlo e resta in corridoio, solo, con un telefono piscioso in mano.
Si avvia in bagno, lo lava, lo smonta, lo rilava pezzo per pezzo. Alla fine il telefono è pulito come il culo di un bimbo, emanando zaffate di sapone, ma non dando più segni di vita, stranamente.
Un'ora più tardi, il tipo della security dell'ostello gli dice che in 6 anni di lavoro lì non aveva mai sentito dire una cosa simile. Ride al racconto.
"Te ridi, ma io mi sono svegliato così stamattina"
"Scusa scusa, lo so lo so, deve essere stato terribile" ma continua a ridere.
Andiamo nella stanza in cui era entrato, ma di lui nessuna traccia, e sinceramente Toty, ricorda solo i suoi pantaloncini, pur avendoci parlato in corridoio. Il sonno era troppo.
All'ostello gli spiegano che per fare denuncia devono chiamare la polizia, cercare il tipo, fare 1000 domande a entrambi...insomma Toty è in vacanza e vuole solo andarsene a vedere il Guggenheim museum...e che cazzo!
Lascia perdere e i tre amici passano una giornata scherzandoci sopra, anche se Toty comincia a riderci solo dopo le 4 del pomeriggio.
4 giorni dopo il cellulare Nokia ricomincia a funzionare.
Tutt'oggi è perfettamente funzionante e vive ancora insieme al Toty, a Montreal, affidabile come sempre.
Il piscione invece, pace all'anima sua.
...
Ah, dimenticavo, Toty ha comprato uno spazzolino ed un dentifricio nuovi.

martedì 22 luglio 2008

New York City (parte prima) - ovvero: ammazza quanto so' forti 'amerigani...

Magellano, Vespucci e Vasco Da Gama, meglio noti col nome di "Trio della stella polare", ce la mettono proprio tutta per sperdersi nella grande mela (forse perchè non vorrebbero mai venirne via!) e ci riescono benissimo!
Ecco Vasco e Ameriga dopo una nottata passata in un pullman da Montreal alla grande mela...

Ecco invece Magell'ano con la sua casa ambulante in spalla (cuscino compreso) mentre si avvia verso l'ostello tanto cercato in rete e trovato grazie alle sue doti di tour operator...

Per prima cosa, i tre esperti esploratori, per cercare di orientrarsi si dirigono sul promontorio più alto di tutta la grande mela (l'Empire state building) per scrutare l'orizzonte circostante...

Toty'ano vede il mare e deduce senza ombra di dubbio che la Meloria non debba essere molto lontana. Chiede ausilio all'esperto Vasco, lupo di mare dalla tenera età di sette anni e mezzo (guasi otto) che facendo uso del cannocchiale, si avvede di una presenza in lontananza, proprio in mezzo al mare...ed esclama:

"Donna in mareeeeee!!!"
E' Ameriga a svelarci l'arcano, anche se la prima volta che passò di qui dice di non ricordare di aver visto quella statua, evidentemente aggiunta di recente...
Toty'ano avrebbe qui voluto aggiungere la sua bella foto del ponte di Brooklyn, di cui va tanto fiero, ma ve la risparmieremo dal momento che un tale di nome "Giuseppe" (con la "s" dura), italo-americano trapiantato a NY da 50 anni, indica al Toty'ano il ponte sbagliato, confondendolo con quello di Manhattan...
"Aaah...tu vuoi sabère dove shta lo pònde de Brughelìnnn...là ce sta lo Quins...là ce sta il pònde da Verrazz'n...e là ce sta lo pònde de Brughelìnnn" gli fa, indicando il ponte sbagliato. E quando il Toty'ano continua imperterrito a tempestarlo di domande a cui il povero Beppe proprio non sa rispondere, alla domanda se sappia dove sia la famosa panchina in cui siede Woody Allen con Diane Keaton nel film "Manhattan", il povero emigrato risponde " no no....io co 'sto cinematografo di questo vudi allenne nummece retrovo tant'...non vado molto allu cinematografo...". Insieme a lui ci sono due amici, sempre italiani trapiantati a Nuova Yorke da almeno 40 anni, uno di Prato e uno del Friuli, ed infine la giovane nipote americana nativa che non parla una parola di italiano ed alla quale Giuseppe si ostina però a rispondere in italiano spiegando il panorama. "Là ce sta u Central Park, guello lllà è u palazz' delle naziòni unite, là ce sta lo Craislèr...guello e lllo pònde de Giorgio uoshingggtonnn..." il tutto condito da degli intercalare ricorrenti del tipo "Ai min"...
Ad un tratto però Vasco alza lo sguardo ed ha l'illuminazione giusta:

"Amerìga...siamo in Amèrica!!!"
...
La seconda tappa del loro viaggio esplorativo li porta sul tanto agognato "pònde de Brughelìnnn". Qui Vasco si lancia alla conquista del ponte al grido "chi arriva urtimo è pisanoooooo". Chiaramente il fermo immagine è sulla vocale finale della frase incitante.

Qui Toty'ano è ritratto con alle spalle il ponte di Manhattan.

Altre foto dal ponte...



Qui si tenta inutilmente di ricreare la famosa scena di "Manhattan".

Qui potete fare un confronto con l'originale...:
http://www.nyc-architecture.com/BRI/59thstbridge(2).jpg
Ok, ammetto che forse non è la stessa panchina...ok, forse non è nemmeno lo stesso parco...e va bene, non è nemmeno lo stesso ponte...ma per il resto è sputata!
La tappa successiva è quella put.... della statua della libertà tanto cara al vecchio Vasco. In fila per imbarcarsi intanto il sole è quasi insopportabile ed ognuno si ripara come può:

Ma sempre durante la fila le cose agghiaccianti non mancano:

"Lardominali Yankee"

"Venditore triste di bolle di sapone"
Poi ci imbarchiamo, e dopo una traverstata estenuante anche per tre vecchi lupi di mare come noi (9 minuti e 45 secondi), spunta dalla nebbia quel tegame immondo...





I tre piccoli esploratori sbarcano sull'isola e non sanno resistere ad una piccola foto ricordo...il sole però intanto dà alla testa ed i tre ridono in maniera isterica...

Dopo la farda, la loro traversata oceanica si fa nettamente più interessante, raggiungendo l'isola di Ellis. Su quest'isola c'è il principale centro di accoglienza per emigranti che esistesse all'inizio del ventesimo secolo. Documentazioni ma sopratutto foto di emigranti al loro arrivo nel nuovo mondo fanno venire la pelle d'oca ed emozionano particolarmente i tre esploratori in quanto molti di questi emigranti erano italiani, e perciò, la maggior parte dei manifesti e documenti di pubblica utilità venivano generalmente scritti in 3 lingue: Inglese, Italiano, Cinese. E' stata un'emozione vedere certe foto e sopratutto scoprire che due "antonio malacarne" sono giunti in America nel 1903 e nel 1927 dal centro e dal nord italia. Era gente che aveva così poco da perdere che si lanciava in un viaggio praticamente verso l'ignoto, e quando dopo tanti giorni di viaggio giungeva infine a destinazione, la prima cosa che vedeva apparire era quella zoccola della statua della libertà...

"Fax-simile di Scheda elettorale per gli italiani, per invitare a votare per un repubblicano di nome Jerome..."

"Manifesto per preservare il cibo in tempo di guerra"

Foto scattata durante uno sciopero operaio per le 8 ore lavorative. Potete notare frasi che capirete come mai abbiano impressionato particolarmente il Toty'ano (Lunione fa la forza, Otto ore di lavoro otto ore di riposo otto ore di sonno, Lavoratori di tutto il mondo unitevi)...

Infine il manifesto di una società anonima di assicurazioni a Napoli...che garantiva, fra le varie cose, 1.200 lire ai familiari in caso di decesso durante la traversata atlantica...
(To be continued)


mercoledì 16 luglio 2008

Tolonto and Niagata!!

Dopo mesi di lontananza dal focolare domestico e dai moccoli di Putignano, almeno il vecchio Wamba può riabbracciare la moglie, salvatasi dalle grinfie della perfida immigrazione USA di New York.
E subito si parte per il primo weekend alla scoperta del Canada Centrale: la regione dei Laghi.
Il Wamba ha scoperto una agenzia di viaggi cinese che a prezzi stracciati offre visite guidate per tutto l'orbe terracqueo. Massì, sfruttiamola l'infinita potenza anti-inflattiva dei cinesi.
Partenza ore 6.00, siamo su un pullman confortevolissimo con una coppia di cinesi davanti a noi, il cui marito, Cho Un Coll, è una bestia con un collo da toro che ogni volta tira giù d'improvviso la poltrona con movimenti stile kung fu attentando alle sacre e venerabili rotule del Wamba. Li mortacci sua......
La guida è una giovane cinese scleratissima che va in ansia paranoica per ogni comunicazione che deve dare, ripetendo ossessivamente gli stessi medesimi concetti infinite volte (e ogni volta moltiplicato per tre, in cinese, francese e inglese).

Si parte alla volta delle 1000 Islands, zona naturalistica sul Fiume San Lorenzo. Dal traghetto sul fiume gli scorci sono ganzi. La guida le chiama, col suo francese maccheronico, "Le Mile Lile" per centinaia di volte, e il Wamba, che il francese lo conosce finemente, giù a pensare " Ma chiede di già la mancia, questa rintronata?".







Dopo una grande abbuffata presso un buffet convenzionato (ovviamente cinese), ci dirigiamo verso Toronto.
Ecco la sintetica e asciutta presentazione della città fatta dalla guida sclerata:
"Tolonto is the big, the bigget, the biggest city of the Canada, yes, it's the big, the Tolonto, of the whole Canada, the Tolonto is the first, because Tolonto is the big town, city of the Canada, Tolonto the big city, the Tolonto is very very big city of the Canada, no, it's the first, the Tolonto", più altri interessanti dettagli della serie (ve lo dico in Italiano) "Notate i tralicci dell'alta tensione paralleli all'autostrada che portano la corrente a Tolonto, perchè ...the Tolonto is the biggest...." ecc ecc e giù via con il concetto base di tutto il viaggio.
Applicato un filtro 20 Hz-20KHz al timpano di entrambi gli orecchi, il viaggio è proseguito serenamente fino a "the Tolonto".
In effetti il concetto chiave è passato: Toronto è vastissima pur essendo una metropoli di 4 milioni di abitanti, nemmeno tanto se comparata ad altre megalopoli (già mi immagino Emma che fa le spallucce). Però stupisce la sua estensione e soprattutto il verde che circonda la città, un parco cittadino sconfinato che praticamente è una foresta boreale, attrezzata negli anni 70 per mitigare l'alto tasso di inquinamento atmosferico.
Toronto, fino agli anni 60, era un paesotto. Se non che arrivò dopo la guerra il Generale De Gaulle a Montreal (allora la città più grande del Canada, no the Tolonto) e arringò la folla inneggiando al Quebec libero. Da allora nacque in Quebec un forte sentimento anti-inglese che spinse moltissimi abitanti di radice anglofona a lasciare la città (loro e i loro quattrini) e a trasferirsi a Toronto, che conobbe quindi uno sviluppo vertiginoso e caotico e in poco tempo divenne la principale sede finanziaria del paese, e lo è tuttora (ricordate sempre la guida: "the Tolonto is the biggett city ecc").
Difatti, l'impressione è quello di un agglomerato informe, con la downtown che conserva le stradine di un paese con nel mezzo dei grattacieli formato New York (quelli di Montreal sono delle bazzeccole).





Ma Toronto conserva la forte impronta inglese, con l'Università stile Cambridge (Cialo, ti ricordi?) e il Parlamento, che anche se il governo e il parlamento veri sono a Ottawa, in una città anglofona ci dovrà pur essere un parlamento, se no che città anglofona è???




Ci rimane da visitare la torre più alta del mondo, anzi no, ovviamente è stata superata da una qualche torre del kaiser in fase di ultimazione a Dubai (ma sicuramente Nick ne sa più di me), la CN Tower. Beh, da ingegnere in telecomunicazioni al Wamba si apre il cuore ad ammirare questa bruttissima quanto enorme bestia di cemento armato smerigliato che funge da torre di trasmissione radio. E' alta 550 metri, no guardate è veramente un colosso.

Noi arriviamo sui 320 metri con un ascensore iperveloce e da lì si gode il panorama a 360 sulla città e sul lago Ontario, un vero mare:



C'è anche una parte con il pavimento tutto in vetro, una vera delizia per chi soffre di vertigini, il Wamba non ne soffre, eppure misteriosamente, preferisce soprassedere facendo solo la prova del piedone:


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La mattina dopo ci dirigiamo verso le cascate più famose del mondo.
Vabbene, vi risparmiamo tutta l'antifona della guida.
Ecco una breve e succinta descrizione: "The Niagata Fall is very very big, and it is really very big, but the Niagata fall is not very tall, but the water is very very big and so the fall, the Niagata fall is big, very very big, . Ah, ok (risata), and also is very very very biutiful, but it's also very big and biutiful". E sul pulman scatta il delirio del turista impazzito.
Per vedere meglio la cascata ci fanno andare su una CN tower in piccolo costruita all'uopo sul sito della cascata (qui le Soprintendenze non esistono).
Siete pronti? Ma proprio pronti? Tre , due, uno, via!!
Questa è la cascata statunitense.

Mentre questa è la splendida cascata canadese a semicerchio, una meraviglia della natura. I canadesi li prendono per il culo,gli americani, perchè loro hanno la cascata più bella.Chissà come rosicano gli yankee, staranno mica pensando di bombardare pure Ottawa??

In effetti l'altezza è di circa 60 metri, ma è la portata d'acqua che impressiona tantissimo e le immagini non rendono piena giustizia.
Io mi atterrò a ciò che disse Dickens quando le vide nel 1842: " Qualsiasi cosa detta di questo luogo mirabile sarebbe mera sciocchezza". Visto che cultura?? L'ho letto sulla guida.
Eccoci sul traghetto che ci porterà sotto le cascate, muniti di impermeabile stile sacchino della monnezza, con gli spruzzi d'acqua che arrivano "d'ogne donde":








Qui invece la cascata canadese ripresa da vicinissimo:








Vediamo se vi dò un'idea della portata d'acqua. Toh:



Concludiamo la splendida giornata con l'ultima nota culturale della impeccabile guida all'arrivo a Montreal:
"Because the Montrial is the SECOND city of the Canada, yes, and this because the first city of the Canada is the Tolonto, which is the bigget, the biggest city of the Canada , instead Montrial is the SECOND, not the biggest, the biggest is the Tolonto, the very biggest in all the Canada is the Tolonto, yes (risata isterica, e poi via a ribadire il concetto nelle altre lingue, ma tutti dormivano sereni pensando ancora alle Niagata falls che sono "very very big and biutiful", ecc ecc fino a impazzire e ad ammazzarla).
Il Wamba ha riferito la mattina seguente di aver sognato l'omicidio premeditato della guida: gettata viva nella cascata canadese, quella very very very very big.